Secondo l’analisi di Confindustria, lo scenario per l’Italia è molto incerto ed è la risultante di fattori che agiscono in direzioni opposte. Ecco i punti chiave dell’analisi.
Secondo Confindustria, la dinamica del PIL italiano è l’incerta sintesi di fattori che spingono in direzioni opposte. Al ribasso: i rincari di energia e alimentari (accentuati dalla guerra), per l’impatto su costi e margini delle imprese e su inflazione e potere d’acquisto delle famiglie, i tassi di interesse più alti e lo spread sovrano più ampio, il commercio internazionale debole. Al rialzo: la fine delle restrizioni anti-Covid e la stagione calda che spingono il turismo, la crescita delle costruzioni, la resilienza dell’industria.
Il quadro dell’industria appare complesso. Secondo Confindustria il PMI è in discesa (50,9 a giugno, da 51,9), ormai vicino alla stagnazione; l’indagine Banca d’Italia segnala un peggioramento della domanda e maggiore incertezza nel 2° trimestre.
Prospettive difficili anche per l’export il cui valore è in aumento, ma in volume la dinamica è piatta come il periodo di marzo-aprile.
L’energia appare vicina al picco: il prezzo del petrolio è sceso di poco a luglio, a 112 dollari al barile (da 123 a giugno) ma resta molto alto rispetto ai valori di inizio anno (87 dollari).
L’Eurozona appare in crescita, ma con segnali di debolezza. Il deterioramento della fiducia è comune a tutti i principali paesi, in particolare Francia e Spagna (-5,9% e -5,7%), seguite dalla Germania (-4,5%).