Il Centro Studi di Confindustria ha rilasciato il report relativo alla produzione industriale nel periodo della pandemia. Dopo aver assistito ad una decrescita del settore e ad una perdita di 40 punti percentuali nel giugno 2020, fortunatamente i livelli sono tornati a quelli di fine 2019.
La situazione è diversa per altri Paesi europei:a Germania è ancora sotto del -10,5% e la Francia del -4,6%. A differenza di quanto accaduto negli anni successivi alla precedente crisi economica globale (biennio 2008-09), l’Italia si trova quindi a trainare la ripresa dei volumi di produzione europei.
Il dato positivo è spiegato da diversi fattori. In primis il fatturato interno è cresciuto con un aumento della domanda di beni. Come riporta il report “a fronte di un +2,8% del fatturato estero ad agosto 2021 rispetto al picco di febbraio 2020, il fatturato interno ha registrato nello stesso arco temporale un aumento del +7,0%.”
In secondo luogo il nostro Paese è stato meno esposto alla strozzatura nelle reti di approvvigionamento. A metà 2021 il 15,4% dei rispondenti in Italia lamenta carenza di materiali o insufficienza di impianti, contro il 44,3% della media UE e il 78,1% della Germania.
Ma per quale motivo l’Italia risente meno del problema legato all’approvvigionamento delle risorse? Confindustria spiega che “la minore dipendenza dell’Italia dalle forniture estere rispetto al resto della manifattura europea: secondo stime del CSC, le forniture estere pesano infatti per il 25,8% del totale degli input intermedi utilizzati, a fronte del 29,1% per quella tedesca e il 31,1% per quella francese”.
Gli investimenti industriali spingono la domanda
Sono gli investimenti a trainare il recupero del PIL italiano. Con la pandemia, è emersa una forte divergenza tra le componenti degli investimenti fissi lordi: nel secondo trimestre 2021 quelli in costruzioni (sia edilizia residenziale sia edilizia non residenziale e opere infrastrutturali) sono sopra del +13,1% rispetto ai livelli di ottobre-dicembre 2019 e quelli in macchinari, attrezzature, hardware hanno superato del +2,6% i livelli di fine 2019.
In risalita anche l’export. Negli ultimi cinque anni, le quote di mercato si sono mantenute stabili poco sotto al 10% dell’export totale dei paesi UE.
In particolare, le esportazioni italiane intra-UE erano rimaste invariate tra il 2016 e il 2019 (8,4% del totale di quelle intra-area), e dopo un calo nel 2020 sono risalite all’8,5% nel 2021.