Arrivano buone notizie dal comparto siderurgico italiano: il settore si è ripreso dalla crisi legata al Covid-19 dimostrando di recuperare ampiamente terreno.
Le imprese hanno registrato nei primi 8 mesi del 2021 16,3 milioni di tonnellate di acciaio prodotte, ovvero il 27% in più rispetto al periodo pre-pandemico. I dati provengono da Federacciai: nel corso dell’assemblea annuale tenuta dalla Federazione Imprese Siderurgiche Italiane si è analizzato l’andamento (positivo) del comparto.
Numeri davvero favorevoli per l’Italia: il Paese nel periodo gennaio-agosto vede la produzione a livello globale crescita del +10,6%. Tra i vari Paesi l’India mostra un aumento più marcato registrando il +25,&, seguita dal Brasile con +20,9% e Stati Uniti con +19,5%.
Una congiuntura positiva per il settore siderurgico italiano
Alessandro Banzato, Presidente dell’Associazione commenta così i dati: «Oggi ci troviamo di fronte a una congiuntura positivi. I primi segnali di ripresa c’erano già stati nella seconda parte del 2020 e la situazione è migliorata quest’anno con una esplosione della domanda che ha trainato la crescita dei volumi a livello sia nazionale che internazionale. Quello che stiamo vivendo è un ciclo espansionistico su scala europea destinato a durare per qualche anno, un trend positivo che si rafforzerà ulteriormente soprattutto quando si tradurranno in cantieri e investimenti i fondi PNRR in Italia e negli altri Paesi europei”. Il presidente di Federacciai si è però detto preoccupato del caro energia registrato nel contesto internazionale: “Attenzione, le recenti impennate dei costi del gas e dell’energia elettrica potrebbero frenare, se non compromettere, il trend positivo dell’economia italiana ed europea. È un tema che mi preoccupa per lo sviluppo futuro».
Per quanto riguarda la transizione green, l’Associazione ha continuato a lamentare maggiori costi sostenuti dalle imprese siderurgiche: «In termini di strumenti tesi ad allineare i costi italiani a quelli europei, scontiamo invece un preoccupante ritardo per quanto riguarda la Compensazione dei costi indiretti ETS, misura prevista dall’ordinamento europeo e già applicata da almeno uno o due anni da Germania, Francia, Spagna, Belgio e Lussemburgo. Con una decisione del 9 luglio scorso la DG Competition della Commissione europea ha approvato il piano presentato dal Governo italiano, ma ad oggi non abbiamo ancora avuto notizie della sua attuazione – ha sottolineato Banzato – Ai rappresentanti del Governo segnaliamo pertanto l’urgenza di arrivare in tempi brevissimi all’adozione della misura anche perché, come accennato, rispetto ai nostri principali concorrenti, siamo già in ritardo di diversi anni».