Il cambiamento climatico è una dolorosa realtà. Inevitabilmente, il climate change provocherà fenomeni meteorologici sempre più estremi. Questi possono facilmente innescare gravi disastri industriali, comprese perdite chimiche ai danni di persone e dell’ambiente.
Cosa stanno facendo le aziende chimiche per affrontare i disastri naturali innescati dal climate change?
Tra il 2% e il 5% dei rilasci chimici negli Stati Uniti sono la conseguenza di fenomeni naturali. Il Government Accountability Office ha scoperto che i i rischi derivanti dai cambiamenti climatici non sono stati presi in considerazione nelle politiche di gestione del rischio elaborate dall’agenzia per la protezione ambientale. In questo modo le industrie chimiche sono state lasciate con poche informazioni per rispondere in modo efficace all’irrompere dei fenomeni naturali.
Alcune delle sostanze chimiche che potrebbero fuoriuscire nelle aree residenziali durante un disastro causato da condizioni meteorologiche estreme sono incredibilmente tossiche per la comunità.
A seguito del Clean Water Act, l’Environmental Protection Agency per la protezione ambientale ha creato il programma di regolamentazione per la prevenzione, il controllo e le contromisure degli sversamenti “per prevenire gli scarichi di petrolio da navi e strutture e per contenere tali scarichi”. Le regole richiedono agli operatori delle strutture di disporre di un piano per una potenziale fuoriuscita che includa“un diagramma dell’impianto, previsioni sugli scarichi petroliferi, strutture secondarie di contenimento o di deviazione, prevenzione del troppo pieno, requisiti per le ispezioni, procedure di trasferimento, formazione del personale e un piano quinquennale”.
Ogni grande impianto chimico e raffineria che utilizza o immagazzina sostanze pericolose deve disporre di un piano di emergenza efficace per eventi meteorologici estremi.
Le realtà che non riescono a disporre in modo autonomi di un piano di emergenza possono in alternativa collaborare con un’azienda specializzata nel settore.