Secondo un sondaggio condotto da Harvard Business Review Analytic Services, quasi il 75% delle aziende non ha una leadership che supporti una cultura basata sull’analisi dei dati.
Sempre parlando di una “cultura data-driven”, il 24% dei soggetti intervistati afferma che la propria cultura aziendale tende a limitare l’accesso alle informazioni e il 20% pensa che la struttura organizzativa impedisca l’uso dei dati analizzati.
Solo un quarto delle aziende dichiara di aver raggiunto come obiettivo quello di basare la propria mentalità d’impresa sull’uso e analisi dei dati.
Nonostante questi dati negativi, Gartner sottolinea che durante la pandemia la maggior parte dei manager ha scelto di investire maggiore capitale nell’analisi dei big data.
Il futuro delle aziende? Sempre più data-driven
Per incrementare l’efficienza è necessario ridefinire una nuova visione legata all’analisi dei dati. I manager dovrebbero sostenere cultura organizzativa che adotti l’analisi come qualcosa di più di una semplice best practice.
Una mentalità “data-driven” è molto di più del portare un grafico alle riunioni: si parla di implementare una cultura in cui vengono identificate delle ipotesi e successivamente vengono avvalorate dallo studio e dai dati.
Per fare ciò è necessario che i dipendenti riescano ad avere un facile accesso alle informazioni: per questo motivo il 61% dei leader aziendali afferma che l’integrazione dell’analisi nei flussi di lavoro esistenti è uno dei loro principali obiettivi durante la scelta di soluzioni di terze parti.
I manager e le loro decisioni devono indirizzarsi verso un uso consapevole dei dati. La formazione è necessaria, ma anche l’esperienza di chi è al comando lo è altrettanto: i leader aziendali devono fornire un’ampia competenza ai dipendenti, ma anche una visione creativa e analitica per ottenere informazioni utili da trasferire nella strategia aziendale.