Grazie alle autostrade elettrificate si potrà ridurre sensibilmente l’impatto ambientale del trasporto su gomma. Al via la sperimentazione in Italia.
Partita anche in Italia la sperimentazione delle autostrade elettrificate, un progetto che vedrà protagonista la A35 Brebemi che collega Brescia a Milano, tra i caselli di Romano di Lombardia e Calcio. Per ora si tratta di appena 6 chilometri di tragitto, ma se la fase di test andrà a buon fine presto potrebbe entrare in sistema ed essere applicata su tutti i maggiori percorsi a livello nazionale. L’idea in pratica rispolvera il tradizionale pantografo dei vecchi filobus, con piattaforme di alimentazione a cavi elettrici sospesi, che dovrebbero dare energia agli automezzi. L’iniziativa delle autostrade elettrificate potrebbe cambiare il modo radicale il settore della logistica, alleggerendo notevolmente l’impatto ambientale dei trasporti su gomma.
Come terreno di studio è stato eletto quel particolare tratto di strada perché rappresenta un importante snodo commerciale con intenso traffico di veicoli. Tir e camion ibridi che viaggeranno sulle autostrade elettrificate, avranno la possibilità di spostarsi sull’altra corsia in caso di sorpasso, utilizzando l’energia accumulata per i chilometri restanti. L’obiettivo della ricerca sul campo è capire se la soluzione delle autostrade elettrificate sia davvero efficiente, oltre che conveniente dal punto di vista economico ed ecologico. Il passo successivo, prima ancora di estendere la lunghezza delle tratte, potrebbe essere quello di dotare le arterie viarie di impianti fotovoltaici, in grado di produrre l’energia necessaria per alimentare i mezzi in circolazione.
In questo modo si darebbe origine ad un sistema circolare, ecosostenibile e con un consistente risparmio finanziario. Quella delle autostrade elettrificate non è certo un’esclusiva italiana, infatti molti altri paesi dell’Unione Europea hanno già avviato o hanno in programma di avviare la realizzazione di percorsi che prevedono l’alimentazione con linee elettriche. Si stima che con questo trovata semplice ma geniale, si possano abbattere le emissioni fossili dei veicoli industriali fino al 90%. Si tratta di uno di quei casi palesi in cui l’innovazione si concretizza volgendo uno sguardo al passato, recuperando tecnologie e riconvertedole per un impiego differente.
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