Secondo il rapporto dell’Identity Theft Center sul primo trimestre del 2022, il settore manifatturiero è uno dei primi tre comparti industriali presi di mira dagli attacchi informatici.
Un dato allarmante che non stupisce, poiché il settore si trova in una posizione in cui crescita, innovazione e successo e ciò lo rende un obiettivo importante per il ransomware. Basta guardare alla recente violazione della Toyota, in cui uno stabilimento del brand ha dovuto sospendere le operazioni e ha perso 13.000 auto in produzione a causa di un attacco rivolto a un fornitore.
Ma perchè proprio l’industria manifatturiera è così esposta ai rischi informatici? Il comparto manifatturiero rientra nel termine di “infrastruttura critica” e ciò la rende un bersaglio per gli hacker.
Secondo Cybersecurity Ventures, i tentativi di phishing sono aumentati del 200% nel 2020, l’importo trattenuto per il riscatto è aumentato da $ 5.000 nel 2018 a $ 200.000 nel 2020 e gli esperti hanno stimato che ogni 11 secondi si verificava un tentativo di attacco ransomware nel 2021.
Come contrastare queste minacce? La digitalizzazione senza protezione significa solo aprire una porta per gli attacchi informatici. Le organizzazioni devono assicurarsi che, man mano che aggiornano software, sistemi e metodi, aggiornino le proprie strategie di sicurezza informatica per soddisfare le proprie esigenze e vulnerabilità specifiche.
Occorre inoltre sviluppare una strategia decentralizzata che dia priorità ai punti di accesso critici. Le aziende non possono più permettersi di fare riferimento a sistemi obsoleti e devono concentrarsi sulla protezione delle risorse e dei dati aziendali.