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Industria 4.0 che cos’è: origine del termine ed evoluzione

Industria 4.0 che cos’è: origine del termine ed evoluzione

La digitalizzazione del settore produttivo e l’introduzione di tecnologie 4.0 stanno spianando la strada a nuovi paradigmi industriali, diversi rispetto a quelli a cui siamo abituati. In queste recenti dinamiche, emergono nuovi concept di sviluppo all’insegna della digital transformation, che sottende a una nuova idea di industria, automatizzata e interconnessa.

Stiamo parlando dell’Industria 4.0, un’espressione di origine tedesca che indica un processo produttivo caratterizzato dall’uso delle nuove tecnologie.

Gli obiettivi attesi dagli interventi verso un modello di Industria 4.0 evidenziano in primo luogo un incremento di competitività nei confronti del mercato di riferimento. Gli effetti prevalenti della digitalizzazione produttiva riguardano l’ottimizzazione dei costi, la riduzione degli errori e una maggiore flessibilità nei confronti della domanda.

Tuttavia, i vantaggi non sono solo di mero costo, ma coinvolgono anche la possibilità di personalizzazione e diversificazione dell’offerta, l’introduzione all’interno di nuovi mercati e l’ottenimento di economie di varietà.

Facciamo luce sulla situazione della digital transformation in Italia, partendo dalle origini della Quarta rivoluzione industriale e seguendo gli sviluppi fino all’Industria 4.0 2021.

Industria 4.0, significato e origini del termine

Secondo la definizione articolata dal Ministero dello Sviluppo Economico, Industria 4.0 fa riferimento a un modello di produzione basato su alcuni elementi costitutivi, tra i quali “connessione tra sistemi fisici e digitali, analisi complesse attraverso Big Data e adattamenti real-time”.

Questa definizione delinea il ritratto ideale delle imprese 4.0: il Mise auspica che le aziende italiane adottino macchinari connessi al Web; ricavino informazioni dalla Rete per rilevare debolezze e punti di forza della produzione; e gestiscano con più flessibilità il ciclo produttivo.

Il termine Industria 4.0 è stato usato per la prima volta in Germania nel 2011, quando durante la Fiera di Hannover fu presentata un’ipotesi di progetto chiamata Platform Industry 4.0, una manovra atta a incentivare il sistema manifatturiero tedesco per l’adozione di tecnologie 4.0.

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Il progetto industriale Platform Industry 4.0 verrà concretizzato solo due anni dopo, nel 2013. Al centro del piano, la necessità di promuovere attivamente la trasformazione digitale dell’economia tedesca, in diversi ambiti di applicazione e settori, dalle piccole e medie imprese fino alle realtà che operano a livello internazionale.

Dalla Prima rivoluzione industriale all’Industria 4.0

Il nuovo corso della storia, definito Quarta rivoluzione industriale, vede una compenetrazione tra mondo fisico, digitale e biologico. La Quarta rivoluzione industriale, anche detta 4IR oppure più comunemente Industria 4.0, indica in campo produttivo la progressiva automazione industriale delle tecnologie produttive, al fine di migliorare le condizioni di lavoro, aumentare la produttività e alzare gli standard qualitativi degli impianti.

La quarta rivoluzione industriale mette le basi su quelli che sono i tre precedenti periodi storici. Il motore a vapore nel XVIII secolo ha dato inizio alla Prima rivoluzione industriale: per la prima volta la produzione si meccanizza e un forte cambiamento sociale spinge le persone a lasciare la campagna per stanziarsi nei centri urbani.

Nel XIX secolo, l’elettricità apre le porte alla Seconda rivoluzione industriale, durante la quale si afferma la catena di montaggio, che porterà progressivamente alla prima vera produzione di massa. Negli anni ’50 del XX secolo, con la nascita dei primi computer, inaugura la Terza rivoluzione industriale. Un totale sconvolgimento per il settore delle comunicazioni, che ha avuto implicazioni anche in altri comparti produttivi.

Il processo di trasformazione digitale risalente a pochi anni fa e scaturito dalla Quarta rivoluzione industriale, ha condotto il settore produttivo verso 4 direzioni di sviluppo.

  • La prima riguarda l’avvento dei Data, un trend che ha inciso sul nostro modo di fare business. Big Data, Open Data e Cloud computing sono al centro della rivoluzione informatica che ha caratterizzato gli ultimi tempi.
  • La seconda direttrice di sviluppo è quella relativa gli analytics: i dati raccolti sono una risorsa di valore non indifferente. Grazie al machine learning, le imprese che decidono di raccogliere e analizzare i dati possono “istruire” le macchine, perfezionare la loro resa e ottimizzare la produzione.
  • La terza linea direttrice è l’interazione tra uomo e macchina, prima con le interfacce “touch” e poi in seguito con la realtà aumentata.
  • Infine, c’è tutto il settore che si occupa del passaggio dal digitale al “reale”, come la stampa 3D, la robotica, le interazioni e le comunicazioni tra macchine.

Industria 4.0 in Italia

Aziende sempre più interconnesse, fabbriche che puntano sul digital, investimenti nella sostenibilità e in settori green: la Quarta rivoluzione industriale è iniziata e sta raccogliendo consensi anche in Italia.

Nel 2016 è stato varato in Italia un piano governativo per l’Industria 4.0 contenuto nella legge di Bilancio 2017. Il piano aveva come obiettivo la mobilitazione di fondi per il finanziamento della ricerca e l’investimento in sviluppo e innovazione, con focus proprio sulle tecnologie 4.0.

Grazie a una serie di incentivi fiscali, formazione nelle scuole e diffusione della banda larga, lo scopo del piano era quello di incentivare le imprese a mettersi in pari con quelli che sono gli elementi essenziali della Quarta rivoluzione industriale.

Dal 2016 fino a oggi, il piano industriale varato dall’allora governo Renzi ha subito non poche evoluzioni e revisioni. Durante la pandemia da Covid 19, le tecnologie connesse al modello produttivo dell’Industria 4.0 sono state fondamentali per contrastare la crisi.

A tal proposito, nel febbraio 2021 il presidente del Consiglio Mario Draghi ha espresso l’importanza della digitalizzazione del lavoro, presentando il piano nazionale della Transizione 4.0, che ha come obiettivo quello di accompagnare le imprese verso un aggiornamento tecnologico e una maggiore sostenibilità ambientale.

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Da Industria 4.0 a Transizione 4.0, il credito d’imposta per la digitalizzazione

L’Italia apre le porte al futuro con le tecnologie di nuova generazione: grazie al credito d’imposta garantito dal piano governativo Transizione 4.0, le imprese sono incentivate a investire in beni materiali e immateriali in chiave 4.0, al fine di promuovere la digitalizzazione, migliorando così la produttività e la competitività del Made in Italy.

Le nuove tecnologie digitali legate all’Industria 4.0 – che, come abbiamo avuto già modo di esporre, riguardano la raccolta di Big Data e l’analisi dei dati, il machine learning e l’IoT – sono già disponibili sul mercato, ma la loro applicazione risulta ancora sporadica in determinati settori del comparto produttivo italiano.

La legge n.178 del 30 dicembre 2020 (legge di Bilancio 2021) prevede una proroga all’agevolazione fiscale per l’acquisto di beni strumentali 4.0 destinati a imprese ubicate sul territorio italiano. Il credito d’imposta è prorogato fino al 2022, con un aggiornamento delle aliquote agevolative e un incremento dell’ammontare delle spese che rientrano nell’agevolazione fiscale. Il fotovoltaico, per esempio, rientra negli investimenti materiali previsti dal piano Transizione 4.0.

Le aziende che decideranno di installare un impianto fotovoltaico, dando così il via alla propria conversione green, avranno la possibilità di usufruire di diverse agevolazioni fiscali. La platea di soggetti che possono beneficiare del credito d’imposta è ampia: possono accedere al piano tutte le imprese residenti nel territorio nazionale, incluse le organizzazioni stabili in Italia di soggetti non residenti.

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