Sinstra affronta la siccità con il suo nuovo modello.
Marco Zambolin, Presidente dell’azienda Sintra (Novara): “il dialago che abbiamo voluto nel nostro ETC – Expertise & Technology Center coniuga tecnologia e natura per non sprecare acqua”.
Il modello
Il 2022 è stato l’anno più caldo e secco degli ultimi 65 anni e il 2023 si sta configurando come altrettanto problematico. Il Piemonte è tra le regioni con il maggior deficit idrico in Italia: le falde acquifere sono ai minimi storici e i bacini dei fiumi registrano gravi deficit, come evidenziano i più recenti rapporti idrologici dell’Arpa. Due sono le cause: il caldo e la mancanza di pioggia. Da qui l’urgenza di soluzioni e proposte innovative come quella realizzata da SINTRA Società Benefit, azienda specializzata nell’ideazione e realizzazione di Sistemi Innovativi di Trattamento dell’Aria, che ha realizzato a Suno (Novara) un progetto che prevede il riutilizzo delle acque reflue e piovane depurate.
Circa un anno fa, con un investimento di 6 milioni di Euro, l’azienda ha inaugurato il suo ETC – Expertise & Technology Center, pensato per accogliere tutta l’attività di ricerca e sviluppo ed entro il 2025 anche l’attività produttiva, attualmente ospitata a poca distanza, nello stabilimento di Fontaneto D’Agogna. Il nuovo centro è a tutti gli effetti una green factory in scala reale costruita con tutti gli accorgimenti possibili di risparmio, recupero e autoproduzione di risorse, che include un sistema di gestione virtuosa dell’acqua. La fabbrica è l’esempio reale di come un edificio possa recuperare e riutilizzare l’acqua, piovana e reflua.
“L’ETC – spiega Marco Zambolin, fondatore nel 1995 di SINTRA – è stato inaugurato a maggio 2022 e, a distanza di un anno, il nostro stabilimento da 63mila metri cubi ha raggiunto l’obiettivo, mostrandosi indipendente, sia per quanto riguarda l’acqua, sia per l’energia necessaria al riscaldamento”. Come? In sintesi, il procedimento è raccogliere le acque reflue e piovane e, una volta depurate, riutilizzarle. Il rigoglioso biolago che accoglie i visitatori in arrivo nella green factory è la chiave di questo processo: uno specchio d’acqua di fitodepurazione, grande duemila metri cubi, in cui confluiscono acque nere e pioggia, abitato da una grande varietà di pesci, trote ed esemplari di storione in particolare, che necessitano di acque pulite e testimoniano quindi l’ottimo funzionamento della fitodepurazione. Piante appositamente scelte e disposte in sequenza secondo le loro qualità depurative, svolgono il compito di purificare l’acqua, che viene così restituita allo stabilimento e riutilizzata per tutti gli utilizzi. Inoltre, il biolago serve anche allo stoccaggio dell’acqua per alimentare il sistema antincendio di cui tutti gli stabilimenti produttivi devono essere dotati per legge.
Tutta la green factory è alimentata da un impianto fotovoltaico. Lo stabilimento si riscalda d’inverno, recuperando l’energia del sole e trasmettendola all’interno con una pompa di calore a basso consumo; mentre d’estate il raffrescamento avviene con un sistema di superventilazione. L’uniformità della temperatura e l’assenza di dispersione sono garantite dal sistema di pulsione dell’aria MIXIND®, brevettato da SINTRA, un sistema scelto e applicato presso importanti strutture civili e produttive in tutto il mondo.
“La nostra green factory dimostra che innovazione tecnologica e natura possono e devono giocare insieme, una a favore dell’altra – spiega il presidente Zambolin – I dati ci dicono che oggi la siccità non è più un problema temporaneo, è una condizione sempre più permanente, ed è indispensabile dotarci di soluzioni nuove per una gestione oculata dell’acqua. Abbattere gli sprechi, ridurre i consumi e riuscire ad autoprodurre risorse comporta un minor impatto ambientale e anche un risparmio sui costi di gestione.”